Antichissimi frammenti di una chiesa

montecchio framm 07I lettori quinzanesi probabilmente sanno che alla pieve, all'esterno della parete posteriore a sinistra dell'abside romanica, a una certa altezza da terra più o meno sotto la linea di gronda, è murato un frammento quadrato di calcare, intagliato con la forma di un nastro cui si affiancano quattro spirali, due per parte. Quello però che forse non tutti sanno è che. alcuni anni fa (2013), nel corso di una indagine sulla distrutta chiesa di Montecchio, al confine tra i comuni di Quinzano e Borgo San Giacomo, venne alla luce l'esistenza di un altro frammento praticamente identico, che con altre sculture dello stesso genere, era stato rinvenuto tra le macerie della chiesa abbattuta nell'agosto del 1974 (oggi i pezzi sono conservati in una raccolta privata). 

Si tratta di frammenti decorativi, forse pertinenti a un recinto presbiteriale (una specie di alta balaustra che separava lo spazio riservato ai celebranti da quello dei fedeli), che gli esperti hanno datato fra l'VIII e il IX secolo, ossia alla prima età carolingia. Ma il rinvenimento in due località differenti, la pieve e Montecchio, di manufatti della stessa origine pone alcuni interessanti interrogativi, e spinge ad avanzare delle ipotesi.

L'elegante abside romanica della pieve quinzanese è tutto ciò che rimane della chiesa così come era stata ricostruita tra i secoli XII e XIII. Questo però non era il primo edificio di culto eretto in quel luogo: ne esisteva di certo uno più antico, forse risalente all'epoca del vescovo di Brescia Ramperto (824-843), che alle pievi del contado aveva impresso un notevole impulso. A quest'epoca appunto potrebbero risalire i frammenti di cui stiamo discutendo, uno dei quali sarebbe stato murato sulla testata a sinistra dell'abside al momento della ricostruzione romanica, o piuttosto nella ristrutturazione quasi integrale della chiesa operata nel 1567 dall'arciprete Stefano Bertazzolo (la data è segnalata da una iscrizione su mattone, murata lì accanto).

qz montecchio 06bResta il dubbio sulla presenza di diversi altri frammenti della stessa origine fra i resti di Santa Maria di Montecchio, dove pure i sondaggi archeologici realizzati nel 2013 da Denise Morandi non hanno riscontrato alcun indizio certo di edifici precedenti alla costruzione della prima chiesa, romanica anch'essa e collocabile all'incirca nella stessa epoca in cui fu realizzata la chiesa pievana di cui oggi solo l'abside sopravvive. Questi dati rendono improponibile l'idea che i frammenti appartenessero in origine a Montecchio e che da qui, per qualche sconosciuta ragione, uno solo venisse portato presso la pieve per esservi incastonato nel muro.

Mentre potrebbe non essere impossibile che fosse avvenuto il contrario: ossia che i frammenti appartenessero a un primitivo edificio sacro di età carolingia (inizio del sec. IX), che dopo tre o quattro secoli (fine del secolo XII), divenuto troppo piccolo per l'accresciuta popolazione del territorio, fu ricostruito più ampio in forme romaniche. Nello stesso contesto dovettero essere anche edificati alcuni oratori ai confini della giurisdizione della chiesa pievana, da cui stavano iniziando a distaccarsi le parrocchie dei villaggi vicini: Acqualunga, Gabiano (Borgo San Giacomo), Motella, Verolavecchia, Verolanuova, Monticelli. Sappiamo per certo che, ancora all'inizio del 1700, la parrocchia di Quinzano solennizzava il secondo giorno di Pasqua (lunedì dell'Angelo) a Montecchio e il terzo (il martedì seguente) alla cappella di Balgarossa (oggi cascina Madonnina, sulla strada bassa tra Verolavecchia e Monticelli), ossia proprio ai confini con le nuove parrocchie del tardo medioevo.

qz montecchio 05cÈ verosimile che intorno al 1200, all'atto della riedificazione e quindi della riaffermazione della supremazia della chiesa pievana sulle cappelle del circondario, l'arciprete di Quinzano avesse conservato alcune decorazioni del presbiterio della antica chiesa carolingia e le avesse fatte trasferire nelle chiese ai limiti della propria giurisdizione, per segnalare alle chiese già soggette l'autorità della sua pieve.

L'epoca è troppo remota per poter auspicare nuovi ritrovamenti documentari più precisi; però a volte certi rinvenimenti inattesi possono suggerire se non altro delle ipotesi, che ci accompagnano a comprendere un po' meglio come potrebbero essere andate le cose in quei tempi così lontani e silenziosi.

tc (marzo 2022)

Riferimenti bibliografici