La chiesa della Pieve di Quinzano, e in particolare ciò che rimane dell’abside (sec. XII) e del battistero (sec. IX?), trasformato nel tempo prima in cappella di San Giovanni Battista, oggi in sacrestia, è certamente il monumento di più nobile antichità che sia sopravvissuto nel territorio, e forse uno dei più illustri di tutta la Bassa, se non dell’intera provincia.
È vero che, di fronte ad altre sopravvivenze più unitarie e complete, almeno all’apparenza, è stata nel tempo abbondantemente sfigurata, per un verso dall’incuria, per un altro dai rimaneggiamenti radicali e vistosissimi che ha subìto.
Ma il fascino discreto di un Cristo Pantocratore che ti osserva con occhi intensi e penetranti da dietro la nebbia che i secoli vi hanno steso sopra, e la sorprendente permanenza di un battistero pievano che è tra i pochissimi, se non forse l’unico in tutta la diocesi a essersi conservato quasi integro nella sua struttura originaria, sono segni che meriterebbero ben più attenzione da parte dei quinzanesi, depositari principali di questo tesoro, e magari anche di tutti quegli altri che hanno in qualche modo a cuore la conoscenza e la conservazione delle radici del nostro passato.