Capitelli rinascimentali a casa Conforti

conforti capit 01Il simbolo scelto fin dall'origine come simbolo dell'associazione "Terra&Civiltà" di Verolanuova è la restituzione stilizzata di un bel capitello frontale di lesena in pietra di stile pseudo ionico, con due volute d'angolo collegate da da un nastro (echino) a scaglie e sferette oblunghe (astragali), sovrastato da una cornice (abaco) curva modanata con al centro una rosa a cinque petali, e al di sotto un'ampia fascia (collarino) con sette scanalature verticali parzialmente riempite (rudentate), come termine superiore di un fusto di lesena, forse un tempo anch'esso in pietra. 

Il capitello, anzi i due capitelli gemelli, presumibilmente risalenti ai primi decenni del Cinquecento, si trovano all'imposta dell'arco di un portone di Quinzano, in via Padovani 27 (un tempo contrada della via di Bordolano, oggi vi ha sede l'Oratorio parrocchiale), rifatto in gran parte nell'Ottocento con gli stipiti (piedritti) e la ghiera d'arco in muratura, per cui dei decori rinascimentali rimangono solo, oltre ai capitelli, le rispettive basi in pietra, in forma di bassi plinti rettangolari sovrastati da un listello ricurvo (toro).

Era in origine il portale carraio principale di una dimora aristocratica: fronteggiato da un comodo spiazzo, per agevolare la manovra delle vetture, attraverso di esso si accedeva tramite un androne al porticato interno, rivolto verso la corte meridionale, oltre la quale, attraverso un cancello monumentale, si accedeva al brolo e alle ortaglie posteriori, che occupavano tutta l'area oggi suddivisa fra il cortile dell'Oratorio, la strada provinciale e il campo sportivo, fino al limite dell'attuale via Manzoni.

Si tratta di quella che all'epoca doveva essere la casa della famiglia Conforti (Lechi 1974, p. 339), che purtroppo oggi, oltre ai suddetti capitelli, del suo fasto originario conserva solo un portalino in pietra scolpita al n. 25 della stessa via, e all'interno un imponente camino con un grande stemma dipinto nella caminata a pianterreno a fianco dell'androne d'ingresso, risalenti entrambi presumibilmente al secolo XVII.

ospedale march 03I Conforti erano una famiglia di cittadini bresciani, giuristi, teologi e medici: uno di essi, il dottor Girolamo (+1595), diede alle stampe nel 1570 un Libellus de vino mordaci ("il vino frizzante"), di un certo interesse per la storia dell'enologia in ambito bresciano. Una notizia fulminea in cui lo storico quinzanese Agostino Pizzoni (1640, p. 23) ricorda che, non si capisce bene se nel 1514 o 1515, «il mese d’Agosto abbrusció la casa di Gabriel Conforto», ci dà forse il termine dopo il quale l'edificio di famiglia fu ristrutturato e quindi decorato coi pregevoli capitelli del portale.

In sèguito, forse già alla metà del secolo XVI, il palazzo passò in proprietà dei Padovani, in particolare i fratelli Pietro e Bartolomeo, soldati di carriera nominati conti palatini nel 1541 dall'imperatore Carlo V. La famiglia si diramò nei secoli seguenti, fino al conte Giulio (1809-1878), ultimo esponente senza discendenza, il quale donò per legato testamentario (1861) il suo palazzo all'Istituto dei Poveri di Quinzano. Dopo la morte del testatore, fu così fondato l'Ospedale per miserabili infermi (1879), alla gestione del quale furono chiamate le suore Ancelle della Carità (1891).

Il 10 aprile 1970, dopo quasi un secolo di preziosa assistenza, dedicata negli ultimi tempi in particolare alle partorienti, il consiglio comunale decise di ridurre l'Ospedale Civile Infermeria acuti a semplice ricovero per anziani, con la denominazione di Villa Giulio Padovani e la relativa modifica dello statuto. Dal 13 ottobre 1974, una volta trasferita la casa di riposo nell'attuale sede di via Aceti ai margini sud occidentali del paese, e dopo una radicale ristrutturazione, l'antico palazzo dei Padovani ospita l’Oratorio parrocchiale intitolato a papa Paolo VI.

Il tratto di strada provinciale oggi denominato via De Gasperi, che separa il cortile dell'Oratorio dal campo sportivo, fu realizzato nella seconda metà degli anni 1960 in gran parte attraverso l'ortaglia, a cui si accedeva dal cortile mediante un cancello monumentale, attualmente trasferito nella casa già Cirimbelli nella via omonima, dove fino al 1974 aveva sede l'Oratorio femminile.

tc (marzo 2022)

 Riferimenti bibliografici

  • Conforti, Girolamo, 1570
    Libellus de vino mordaci, Brixiae, apud Thomam Bozolam, pp. [13]
  • Fappani, Antonio - Locatelli, Angelo, 1986
    Quinzano d'Oglio Novecento, Quinzano, Marini, pp. 194, 198.
  • Lechi, Fausto, 1974
    "Quinzano d'Oglio", in Le dimore bresciane in cinque secoli di storia, vol. IV Il Cinquecento nel territorio, Brescia, Edizioni di Storia Bresciana, p. 339
  • Panchieri, Roberto, 2021
    "L'alba dell'ordine ionico nell'architettura rinascimentale a Brescia: alcuni casi di studio", Civiltà Bresciana, n.s. a. 4 n 1 (2021), pp. 43-60